Se non si ha molta familiarità con la coltivazione della cannabis, si potrebbe pensare che tutte le piante crescano allo stesso modo. Questo è vero fino ad un certo punto, le cose si complicano quando entra in gioco il sesso biologico.
Proprio come avviene per varie altre specie, le piante maschili e femminili sono biologicamente progettate per riprodursi tra loro, producendo una genetica più raffinata e robusta che garantirà la continuazione della specie.
Per essere più precisi, quando le piante di cannabis sono in grado di condividere la loro genetica tramite la riproduzione, la loro prole ha maggiori possibilità di resistere a determinati agenti patogeni, malattie ed altre presenze dannose nel loro ambiente. Di conseguenza, quando quelle piante resistenti saranno in grado di riprodursi, i semi risultanti saranno a loro volta ancora più ottimizzati.
Se si interpellano i breeder di cannabis, si scoprirà che questo processo riproduttivo è ottimo non solo per garantire la sopravvivenza ma anche per creare nuove genetiche.
Ora, come si distingue una pianta femmina da una pianta maschio?
All’inizio, le piante femmina possono essere difficili da individuare, tuttavia iniziano ad essere riconoscibili a circa 3–6 settimane di fase vegetativa, quando piccoli peli iniziano a comparire nei nodi degli steli. Questi sono conosciuti come pistilli e fungono da “braccia” del calice, che è il principale organo sessuale femminile nelle piante di cannabis.
Man mano che le piante maturano, i maschi sviluppano sacche che si aprono e diffondono il polline attraverso l’aria per impollinare le piante femmina presenti nelle vicinanze. I pistilli allungati delle piante femmina catturano questo polline inviando le informazioni genetiche ai calici. Dopo l’impollinazione, l’energia utilizzata, o che avrebbero utilizzato, per la produzione di resina verrà utilizzata per produrre i semi.
Tuttavia, cosa succede se non ci sono piante maschio nelle vicinanze? Una volta che una pianta femmina entra nella fase di fioritura, se non è presente polline, concentrerà la sua energia per produrre fiori più grandi nei siti dei pistilli, nella speranza di entrare in contatto con il polline. Alla fine, potrebbe non catturare alcun polline, ma catturerà il tuo cuore con una notevole resa di cime resinose.
Quindi, se le piante di cannabis femmina possono essere identificate dai loro stigmi che catturano il polline, quale fattore contraddistingue una pianta di cannabis maschio? L’abbiamo accennato in precedenza, il segno principale da cercare è lo sviluppo di sacche polliniche. I pre-fiori maschio si comportano esattamente come quelli femmina: cominciano ad apparire in fase di pre-fioritura e hanno l’aspetto di piccoli bozzi verdi situati all’altezza dei nodi.
All’inizio sembrano innocui, ma se stai solo cercando di ottenere il massimo rendimento possibile dalle tue femmine, la loro apertura può significare un disastro per il tuo raccolto. Tuttavia, sono molto utili se desideri incrociare le piante di cannabis per creare delle nuove varietà.
Le sacche polliniche si aprano già alla fine della fase vegetativa, quindi è cruciale tenere sotto controllo i pre-fiori maschio appena cominciano a formarsi. Il tempo impiegato dalle sacche per aprirsi completamente e rilasciare il polline non è una scienza esatta ma, se non ti interessa produrre semi, è meglio agire in fretta per assicurarti solo la presenza di cannabis “sensimilla” di alta qualità. Se vuoi assicurarti che non fecondino le femmine, ti consigliamo di identificare e rimuovere le tue piante maschio il momento in cui compaiono le loro sacche di polline. Non c’è bisogno di aspettare che siano maturi o pronti ad aprirsi: sradicali ed allontanali dalle tue piante femmina non appena noti quelle sacche fastidiose.